venerdì 3 aprile 2009


Una cartolina d'epoca raffigurante Pleiskirchen bei Altoetting,
il paese natale di Monsignor Georg Ratzinger (e della sorella Maria).
GEORG RATZINGER: IL SACERDOTE MUSICISTA

IL PROFILO


Per oltre trent’anni è stato Maestro di cappella della cattedrale di Ratisbona,in Baviera, ed ha portato in tutto il mondo i suoi «Domspatzen», i giovani cantori col loro repertorio polifonico. L’arte e la liturgia sono le due grandi passioni da sempre condivise col fratello Benedetto XVI.
All'elezione di Joseph, Monsignor Georg disse: «Lo perderò,ma per donarlo alla Chiesa»
Di Pierangelo Giovanetti ("Avvenire", agosto 2005)

Tutti e due con una grande passione per la musica, tutti e due sacerdoti, Georg e il fratello Joseph Ratzinger, di tre anni più giovane, sono legatissimi fra loro.
Cresciuti in una famiglia molto affiatata, nonostante gli impegni e le diverse scelte di vita, sono sempre rimasti uniti e vicini. Dopo la morte della sorella Maria, avvenuta nel 1991, per Papa Benedetto XVI Georg è rimasto l'affetto più caro. Con lui ha sempre trascorso ogni momento libero dagli impegni istituzionali.
Ottantun'anni compiuti lo scorso 15 gennaio, un debole per i gatti come il fratello Joseph, Georg Ratzinger per oltre trent'anni è stato il Maestro di cappella del Duomo di Ratisbona, in Baviera, dirigendo i famosi «Domspatzen», i Passerotti di Regensburg, noti in tutta la Germania. Fin da piccolo egli mostrò uno spiccato talento musicale suonando l'organo della chiesa già all'età di undic'anni. Entrato in seminario nel 1935, nell'autunno del 1942 fu arruolato obbligatoriamente nella "Wehrmacht" del Terzo Reich, con cui partecipò alla campagna d'Italia, rimanendo anche ferito in battaglia nel 1944. Era a Napoli quando arrivarono gli Alleati e solo nel luglio del 1945 potè tornare a casa e ricongiungersi alla famiglia.
A guerra terminata rientrò in seminario a Monaco, questa volta insieme al fratello Joseph. Nello stesso tempo riprese i suoi amati studi musicali. Il 29 giugno 1951 venne ordinato sacerdote. Festa doppia, allora, in casa Ratzinger, perché in quello stesso giorno divenne prete anche il fratello Joseph. Completati gli studi nel 1957, divenne dapprima direttore del coro della sua parrocchia d'origine, Traunstein; poi, nel febbraio 1964, passò a dirigere il coro della cattedrale di San Pietro a Ratisbona.
Grazie alle sue personali capacità ed ai suoi sforzi, sotto la sua direzione ben presto i "Regensburger Domspatzen", divennero tra i cori di musica sacra per di voci bianche maschili più apprezzati del mondo. Con essi effettuò la registrazione di numerosi capolavori - dai "Salmi di David" di Schütz all'"Oratorio natalizio" di Bach a numerosi altri - e partecipò ad un'intensa attività concertistica compiendo apprezzatissime tourneè all'estero: dagli Stati Uniti a Taiwan, dalla Scandinavia al Giappone, al Canada...
Come per il fratello Joseph, anche su Georg Ratzinger la liturgia ha sempre esercitato un fascino particolare, tanto da indurlo a potenziare le attività liturgiche del coro.
Numerosi sono stati i riconoscimenti internazionali riscossi dal Coro di Ratisbona e dal suo Maestro: nel 1976, l'anno in cui si celebrò il millesimo anniversario della corale, Georg Ratzinger fu elevato al titolo di prelato onorario del Papa.
Fu proprio Georg e il suo Coro ad animare musicalmente, nel marzo del 1977, la celebrazione per la consacrazione del fratello Joseph ad Arcivescovo di Monaco. E semprei i "Regensburger Domspatzen" sotto la sua direzione, cantarono in onore della Regina Elisabetta II durante la sua visita di Stato in Germania, nel 1978, e successivamente, nel 1980, in occasione della visita a Monaco di Baviera di Papa Giovanni Paolo II.
«Io ho "perso" un fratello a me molto caro che è stato donato alla Chiesa», esclamò con grande semplicità di cuore Georg Ratzinger all'indomani dell'elezione del Cardinale Ratzinger al soglio pontificio. «Mi telefona sempre, quasi tutti i giorni, ma adesso che è Papa sarà un po' più difficile». E a chi gli chiedeva se avesse intenzione di trasferirsi a Roma per stare più vicino al fratello Papa, Georg ,con altrettanta umiltà, rispose: «A Roma è difficile trovare casa. Non credo che troverei posto facilmente».
«Noi eravamo una famiglia molto unita e molto religiosa», raccontava. «I nostri genitori ci avevano educato profondamente alla preghiera, all'amore di Dio e del prossimo, al servizio per la Chiesa».
E per tutta la vita tanto Georg, quanto il fratello Joseph, non ha fatto che questo: servire Dio e la Chiesa. Anche in questo sempre uniti.

VIDEO

Qui di seguito tre splendidi filmati dal titolo:
REGENSBURGER DOMSPATZEN DOKUMENTAZION: teil 1, 2 und 3. 1884

http://www.youtube.com/watch?v=-iArg7ZSjbc

http://www.youtube.com/watch?v=mi59o2NynpU

http://www.youtube.com/watch?v=MLRMYY1rzpE
REGENSBURGER DOMSPATZEN :LINK PER ORDINI ON LINE

gmarkl@domspatzen.de http://www.domspatzen.de/

Regensburger Domspatzen Chormanagement Herr Christof Hartmann Reichsstrasse 22 D-93055 Regensburg Germany Telefon: 09 41/79 62 - 260 Telefax: 09 41/79 62 - 263 chormanagement@domspatzen.de


Monsignor Ratzinger ritratto nella sua casa a Ratisbona
Georg Ratzinger (prelato)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Mons. Georg Ratzinger (Pleiskirchen bei Altoetting, 15 gennaio 1924) è un presbitero, musicista e direttore di coro tedesco. È fratello del papa Benedetto XVI, e pronipote dell'uomo politico tedesco del XIX secolo Georg Ratzinger.

Biografia
Fratello maggiore di Joseph Ratzinger, iniziò a suonare l'organo in chiesa già dall'età di unidici anni. Nel 1935 entrò nel seminario minore di Traunstein, dove maturò la sua istruzione musicale, tanto che nel 1941 entrò a far parte del coro della Cattedrale di Ratisbona.
Nel 1942 Ratzinger venne coscritto nelle Reichsarbeitsdienst, e in seguito nella Wehrmacht, con la quale combatté anche in Italia. Catturato dagli Alleati nel 1945, venne detenuto come prigioniero militare vicino Napoli e rilasciato nel giugno 1945.
Nel 1946 assieme al fratello Joseph Ratzinger entrò nel seminario regolare di Monaco di Baviera, da dove uscirono entrambi nel 1951, ordinati sacerdoti. Ratzinger completò i suoi studi musicali nel 1957, divenendo maestro di cappella a Traunstein. In seguito nel 1964 divenne direttore del coro della Cattedrale di Ratisbona.
Alla guida del coro di voci bianche e del coro a voci virili della cattedrale di Ratisbona, il maestro Ratzinger ha effettuato centinaia di concerti in tutto il mondo, partecipando a rassegne corali internazionali di musica sacra negli Stati Uniti, in Scandinavia, Canada, Taiwan, Giappone, Irlanda, Polonia, Ungheria, Italia e nella Città del Vaticano; oltre alle numerosissime esibizioni in tutta la Germania e nella vicina Austria. Alla guida degli stessi cori ha effettuato numerose incisioni per Deutsche Grammophon, Ars Musici e altre importanti etichette discografiche con corpose produzioni dedicate a Johann Sebastian Bach, Wolfgang Amadeus Mozart, Heinrich Schütz, Felix Mendelssohn e moltri altri.
Nel 1967 venne promosso monsignore e successivamente venne elevato a Protonotario Apostolico. Suonò in numerose occasioni importanti: alla presa di possesso del titolo di Arcivescovo di Monaco da parte del fratello, nelle visite della Regina d'Inghilterra Elisabetta II (1978), di papa Giovanni Paolo II (1980), e al summit della NATO del 1982.
Nel 1981 Georg Ratzinger è stato insignito del titolo di Bundesverdienstkreuz della Repubblica Federale di Germania.
Il 19 maggio 2005 è stato insignito dell'onorificenza austriaca di Croce d'onore di prima classe per la scienza e l'arte.[1]
Il 21 agosto 2008, il sindaco di Castel Gandolfo Maurizio Colacchi, gli ha conferito, nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, la cittadinaza onoraria della piccola cittadina castellana.

POUR GEORG






J’ai ici devant moi une très belle photo que j’avais trouvé accidentellement dans l’Internet et que j’aime bien regarder. Autant de fois que possible, secrètement.
Sur la photo on voit un prêtre : les cheveux blancs, denses / épais et lisses, les lunettes en tête de la nez, au-dessous des lunettes il y a ses yeux intensifs que avec son regard aussi intensif fixent exactement l’observateur. Il est assis sur un fauteuil devant un piano, les genoux un peu apparts. Dans l’ombre du fond / de l’arrière-plan de l’image les boutons de la casaque brillent en reflétant le flash de manière impressionnante. La main droite est mis sur le clavier du piano, les doigts sont étroites marquées par le jeu abondant du piano, ils restent artificiellement sur les clés, de la même manière comme s’il avait été prêt a jouer, ou bien comme si on lui en avait interrompu. Au contraire, les manches blanches de la chemise sont visiblle au-dessous de la robe de pasteur. Derrière son dos on voit une partition ouverte (sur le piano).
Non. Ce n’est pas lui, même si on a entendu parler que les deux se rassemblent beaucoup.
Quand je le regarde d’un peu plus proche, je constate qu’il a les mêmes mains, les mêmes doigts, les mêmes ongles. Cela m’étonne, je dois dire.
Aussi ses yeux sont très belles, très obscures / sombres, contrairement a ceux de son frère et un peu fade / louche, en raison de son âge.
Quand on le voit en pie sa tête est légèrement bougée et il a un petit livre sous son bras. Il semble en plus que lui et son frère avaient la même taille, les mêmes jambes longues et quand on les voit quand ils saluent quelqu’un tout les deux lèvent la main droite en saluant et souriant de manière gentille mais discrète. En faisant cela les deux frères se rassemblent beaucoup. Il s’agit donc de son frère.
Deux hommes divers comme le feu et l’eau, selon disent quelques uns.
Deux gouttes d’une même eau, selon l’avis de quelques voix.
La même vocation. Le même chemin de vie. Ils se sont consacrés le même jour.
Je me souviens très, très bien de ma réaction incroyante quand j’avais appris que le cardinal avait un frère que en plus est un prêtre comme lui. Deux hommes gentils avec un visage sérieux et déjà en robe de pasteur posaient en ordre pour une vieille photo de famille. La voir encore une fois m’avait incité à réfléchir.
« Mon frère ne pense pas du tout en devenir le nouveau pape », disait-il, le Monsignore, au cours d’une interview dans le salon de sa maison, répondant en allemand en pie devant la télévision
[a quelques questions des journalistes], tenant la télécommande blanche dans sa main, quelques jours avant le début du Conclave.
Ce sont ses derniers mots qui sont devenues célèbres.
Je savais que la réalité lui avait réfuté. Il y a quelque temps que j’avais entendu une pièce musicale sacrée que avait été composée par lui : c’était un merveilleux « Sanctus ».
Les deux frères partagent la passion pour la musique, mais aussi (comme on a entendu parler) pour le « strudel »
Les deux ont toujours été très proches. Cet été, il avaient dû passer quelques semaines ensembles a Castel Gandolfo, la résidence estivale des papes. On avait l’impression que ils lui auraient aussi attendu dans la Val d’Aoste. Cette pensée me consolait. J’étais heureux pour eux. Mais tout se déroulait différemment et un message inquiétant me faisait frissonner. Il avait été admis à l’hôpital, mais tu vas voir que tout sera bien, je me disais tout le temps afin de apaiser ma peur. Au cours de la même soirée s’accroupie dans le silence / la quiétude de ma cuisine, je lui adressais une lettre imaginaire. Cette nuit, j’avais seulement dormie pendant une heure. J’étais désolée pour eux et j’aurais voulue bien les embrasser une seule fois.
Je le voyais de nouveau quelques jours plus tard au lit dans l’hôpital Gemelli. Le lit pourrait être le même lit dans lequel Wojtyla (Pape Jean Paul II) avait été couché. Il avait encore l’emplâtre et la canule dans le dos de sa main. Le pape était à son coté.
En pensant au stimulateur cardiaque qu’il portait avec lui a Ratisbonne / Regensburg, je me voyais dire : « Souvenir d’Italie ».
C’est avec commotion et gratitude que je pense a sa mère, Maria.
Alors, avec Georg nous avons tous un frère.

FUER GEORG

Die folgende Geschichte ist dem älteren Bruder des Papstes gewidmet, dem ehemaligen Kappellmeister der Regensburger Domspatzen und ausgebildeten Kirchenmusiker
Monsignore Georg Ratzinger.



Ich habe hier vor mir ein schönes Foto, das ich zufällig im Internet gefunden habe und das ich mir gerne anschaue. Sooft ich kann, fast im Verborgenen.
Darauf ist ein Priester zu sehen: Dichte, weiße und glatte Haare, die Brille auf der Nasenspitze, über derselben die intensiven Augen die mit ihrem tiefen Blick genau den Beobachter fixieren. Er sitzt auf einem Schemel vor einem Piano / Klavier, die Knie leicht geöffnet. Im Halbschatten des Bildausschnitts reflektieren die leuchtenden Knöpfe der Tunika reflektieren die Knöpfe des Talars eindrucksvoll das Blitzlicht.
Er stützt die rechte Hand auf die Tastatur des Klaviers auf: die schmalen Finger, vom ausgiebigen Klavierspiel gezeichnet, liegen gespreizt auf den Tasten, genauso als ob er bereit wäre zu spielen, oder aber, als ob man ihn gerade dabei unterbrochen hätte. Im Kontrast dazu kommen die weißen Ärmel des Hemdes unter der Kutte heraus. Hinter seinem Rücken ist eine geöffnete Partitur [auf dem Klavier] zu sehen.

Nein. Er ist es nicht.
Auch wenn man sagt, dass sie sich sehr ähnlich sehen. Als ich ihn mir genauer anschaue, stelle ich zu meiner Überraschung fest, dass er die gleichen Hände hat wie er, die gleichen Finger und die gleichen Fingernägel.

Auch seine Augen sind sehr schön. Sehr dunkel, im Gegensatz [zu seinem Bruder] und ein wenig eingetrübt, aufgrund seines Alters. Wenn man ihn stehend betrachtet, dann erscheint sein Kopf leicht gebeugt und er hat [meistens] ein Büchlein unter dem Arm. Es scheint, als ob er und sein Bruder gleich groß sind, die gleichen langen Beine haben, und wenn man sie bei der Begrüßung beobachtet, dann erheben beide die rechte Hand zum Gruß lächeln freundlich aber diskret, darin ähneln sich die beiden Brüder doch sehr.

Er ist sein Bruder.

Zwei wie Feuer und Wasser, einigen Stimmen nach zu urteilen / Zwei Tropfen [des gleichen] Wasser(s), sagen Einige. Die gleiche Berufung. Den gleichen Lebensweg. Die Priesterweihe erhielten beide am gleichen Tag.
Zwei nette junge Männer mit erstem Gesichtsausdruck und schon im Talar, posierten geordnet für ein altes Familienfoto. Es wieder zu sehen, regt mich tief zum Nachdenken an.
„Mein Bruder denkt im Traum nicht daran, Papst zu werden“, sagt der Monsignore, während des Interviews im Wohnzimmer seines Hauses, auf Deutsch tuschelnd vor dem Fernseher, die weiße Fernbedienung in der Hand, einige Tage vor Beginn des Konklaves. Die letzten berühmt gewordenen Worte!
Ich wusste, dass die Tatsachen ihn widerlegt hatten.
Vor langer Zeit hatte ich ein geistliches Musikstück hören können, das von ihm komponiert worden war: Es war ein wunderbares „Sanctus“!
Die beiden Brüder teilen die Leidenschaft für die Musik, aber auch (wie man hört) für den Strudel. Sie standen sich schon immer sehr nah.

Diesen Sommer hätten sie einige Wochen zusammen in der Sommerresidenz Castelgandolfo verbringen sollen. Ferner, so schien es, als hätten sie ihn auch im Aosta-Tal erwartet. Dieser Gedanke tröstete mich. Ich freute mich für beide.
Aber es kam alles anders und eine allarmierende Nachricht ließ mich zusammenzucken: Er wurde ins Krankenhaus eingeliefert, aber du wirst sehen, dass alles gut gehen wird! wiederholte ich immer wieder, um meine Angst zu besänftigen.
An jenem gleichen Abend, zusammengekauert in der Stille meiner Küche, schrieb ich ihm einen imaginären Brief.
In jener Nacht habe ich vielleicht nur zirka eine Stunde geschlafen. Sie taten mir beide so leid und ich hätte sie gerne an mich herangezogen für eine einzige Umarmung. Ich sah ihn einige Tage später wieder: in einem Bett der „Gemelli-Klinik“, das vielleicht dasselbe gewesen war, in dem Wojtyla (Papst Johannes Paul II.) bereits gelegen hatte. Er hatte das Pflaster und die Kanüle noch in seinem Handgelenk. Der Papst war an seiner Seite. Bei dem Gedanken and den Herzschrittmacher, den er als Erkennungszeichen wieder mit zurück nach Regensburg nehmen würde, sah ich mich schon sagen: „Souvenir d’Italie“ (Souvenir aus Italien)!

Mit gerührter Dankbarkeit denke ich an ihre Mutter, Maria.
Jetzt, mit Georg, haben wir alle einen Bruder!



8. Dezember 2005