martedì 21 aprile 2009

19 APRILE 2009




SI CHIAMERA’ BENEDETTO

Il fruscio setoso della tonaca scura, mossa appena dallo spedito incedere del cardinale, quasi riecheggia sotto le ariose arcate del chiostro silenzioso. Lo zucchetto scarlatto leggermente sbilenco spicca sul folto candore dei lisci capelli. Dalla penombra del viso largo, dai tratti robusti e dolcemente severi, emergono due Specchi d’acqua, vivaci ed attenti. Le dita intrecciate appoggiate contro il petto sfiorano appena il crocifisso d’argento, lasciando ammirare il prestigioso anello. La postura elegantemente eretta denuncia l’età lungo la dolce curvatura delle spalle. L’alta fascia di raso rosso gli cinge la vita e, ricadendo composta lungo un fianco, scompiglia impercettibilmente le sue lunghe frange al ritmo dei passi. -Eminenza…- Con voce calda e sommessa, resa ancor più suadente dalla pacatezza del tono confidenziale, l’affascinante porporato tedesco risponde con garbata cordialità.
Un’imprevista dolcezza mi avvolge e mi conforta in quella sera di Venerdì santo.

La mattina di Pasqua un sole velato illumina la grande piazza. Il Santo Padre stavolta non celebrerà, né potrà farlo mai più. Avvolto nella pallida casula dorata riconosco il cardinale, seduto sul sagrato accanto Ai confratelli. La Messa di oggi è stata deludente. Straziante la benedizione che l’ha conclusa. I suoi occhi trasognati riflettono il grigiore delle nuvole.

Nel mesto giorno della più triste delle liturgie, esce dalla Basilica l’interminabile teoria Dei celebranti: due lunghe ali di casule rosse, bizzarramente svolazzanti e gonfiate dal vento, si dispongono ai due lati dell’altare, roteando come danzatrici in una magnifica coreografia. In coda alla lunga processione ecco apparire il Cardinal Decano. Sono contenta di poterlo rivedere. Siede immobile, le mani appoggiate compostamente distanti sulle ginocchia. Lo sguardo severo Imperturbabilmente assorto, quasi imbambolato, ma vigile ed indagatore; le labbra sottili chiuse In una smorfia amareggiata. E’ in momenti come questo che la bellezza del suo viso si fa sublime: talmente intensa ed irresistibile, soggiogante e disarmante. Alzatosi in piedi, egli inizia a declamare la sua impeccabile e partecipata omelia: la suggestiva spigolosità Dell’accento, combinata all’impacciata lentezza del ritmo, sfuma in una inaspettata e rincuorante tenerezza Del tono. Con la mano destra sollevata sottolinea alcuni passaggi, mentre il vento sfoglia e rispoglia mirabilmente Le pagine del Vangelo aperto posato sulla spoglia bara di cipresso. Come in una minuziosa scenografia. Ogni tanto le iridi trasparenti guardano dritto oltre la folla sterminata che gli sta difronte. Scroscianti applausi e implorazioni appassionate lo interrompono ripetutamente: le delicate ciglia battono Rapide nel rispettoso ascolto. Ora col dito alzato indica il cielo. Più volte inforca e quindi posa le grandi lenti, lasciando rivedere quegli occhi belli, che sembrano dilatarsi Fino a confondersi con il cielo quando, con intensa venerazione, solleva davanti al viso e regge alta la particola. Le maniche della talare nera sporgono dalla sopravveste bianca, al polso l’orologio, mentre sussurra la suggestiva E monocorde cantilena nel suo latino bavarese. Il ciuffo di capelli scompigliati sulla fronte, gli tocca infine il privilegio d’incensare la cassa del suo Grande Amico. Il vento dispettoso chiude quel Libro definitivamente.

Dopo i giorni dell’angoscia e del rimpianto, le grandi campane, rimaste immobili e mute dopo l’ultimo inesorabile Rintocco, si sciolgono, ora, dispiegandosi potentemente in tutta la loro bronzea solennità, per annunciare la Grande gioia! Mentre i minuti sembrano interminabili, un’emozione intensa mi assale, prendendomi tutto il corpo: i battiti Accelerano all’impazzata, ho l’impressione che mi manchi il respiro e che il cuore voglia uscirmi dagli orecchi, frantumandosi in una miriade di corpuscoli iridescenti .–


"Habemus papam!"

Il suono ruvido ed incisivo del suo bel cognome, irto di consonanti, si proietta nell’aria:…mio Dio…è lui, è lui! E’ davvero proprio lui!!! Lo volevo, lo sapevo, lo sentivo! Signore, ti ringrazio! Una contentezza dapprima incredula, perplessa e sospesa si trasforma in una gioia immensa, viscerale, esagerata, che mi travolge e, ormai incontenibile, diventa liberatoriamente straripante, inducendomi a ringraziare fervidamente Iddio per quanto ci ha concesso di ricevere. L’ho seguito, l’ho ammirato , mi è piaciuto e l’ho desiderato… Ho pregato con tutte le mie forze affinché la scelta cadesse su di lui, il candidato del cuore, a cui volevo fosse consegnato Il premio! Si chiamerà Benedetto, nome bellissimo e ricco di fiduciosa letizia! Lo stesso che avevo immaginato per lui. Ancora qualche secondo ed ho davanti agli occhi la conferma più attesa: eccolo! Ecco, finalmente, apparire l’eletto, il prediletto, che si affaccia dalla grandiosa loggia sospesa a metà fra la Terra ed il Cielo! Faccio quasi fatica a riconoscerlo. Ha uno sguardo inconsueto, un sorriso strano. Appare spaesato, ma pronto. Le sue mani non sono più quelle di un cardinale, ma non hanno ancora imparato ad essere quelle di un Papa. E vagano Dinanzi al volto diverso, incerto in un’espressione che non conosco. Provano ad elevarsi, le palme al cielo, quasi a sollecitare l’acclamazione. Poi roteano, palme a terra, quasi a negare il gesto Di prima, per ricominciare la sequenza interrotta. Le braccia si allargano, ecumeniche, per poi chiudersi ripetutamente come in un abbraccio. Persino la voce mi sembra differente nel brevissimo ed emozionato discorso. Ha sulle spalle la stessa stola dei suoi predecessori, dei quali ricorda e riassume la mitezza e la forza. Ed ora sulle sue spalle Ha pure il loro stesso peso. Adesso si trova al loro posto. Tre piccoli segni di croce imprimono solennemente l’aria: - In nomine Patris, et Filii et Spiritui Sancti. Nel tardo pomeriggio di un giorno di aprile, il semplice ed umile lavoratore della vigna del Signore si è così presentato al mondo. Egli è diventato il primo Pontefice del Terzo Millennio.

Stretto nell’abbraccio festante della folla, quasi intimorito, ma deciso, egli avanza adagio, ieratico come un’icona, avvolto nella Solennità degli splendidi paramenti. Una musica arcaica lo accompagna. Adagio, il suo volto fieramente austero si trasforma: l’espressione imbronciata si scioglie, finalmente, in un inedito, lunghissimo, incantevole sorriso. Il braccio destro alzato, il palmo destro aperto e fermo nel saluto, sorpreso forse egli stesso della sua tenerezza, mostra le lunghe dita Da pianista, appena inanellate dal nuovo gioiello. Sembra felice. Si ripete la consueta scena di innumerevoli mani che si protendono, lo implorano , lo sfiorano, lo applaudiscono. Immagini si sovrappongono ad altre immagini, emozioni si avvicendano sfumando in altre emozioni, la percezione si fa quasi tattile, mentre la diafana acquosità delle sue pupille si condensa in un guizzo intensamente azzurro. Un istintivo ed ambiguo desiderio di contatto fisico profondo , insieme delicato e sensuale, sconcertante quanto insistito, vorrebbe Accoglierlo completamente… Mi assale il desiderio struggente di un abbraccio, la voglia di dirgli qualcosa. Lo rivedo di spalle, la tiara preziosa oscillante ad ogni accenno d’inchino: maestoso e stupendo, concede ancora qualche sorriso amabile E schivo, mentre si avvia solennemente verso il il suo meraviglioso e terribile destino. “ A te, Benedetto, vescovo di Roma, gloria , pace e vita!”
Dal profondo del cuore, grazie Joseph!
Signore, ti ringrazio.

JOSEPHINE, 30.10.2005






















16 APRILE 2007 A MARKTL AM INN

19 April 2005: WIR SIND PAPST!
























Deux jours après son 85e Anniversaire, les Regensburger Domspatzen donnent aujourd'hui un concert au Vatican pour leur chef de longue date et le Pape-frère Georg Ratzinger. Le célèbre choeur de garçons avec des solistes de renom et l'orchestre baroque L'Orfeo dans la chapelle Sixtine de Rome, la Grande Messe en do mineur de Wolfgang Amadeus Mozart. Le pape Benoît XVI. est considéré comme un amoureux de Mozart. Il est le concert, puis l'église musicale action digne de son frère.


jeudi 15 janvier 2009